mercoledì 29 settembre 2010

Festa del Pd Torino

Una settimana fa si è conclusa la Festa del Pd a Torino. E per fortuna aggiungo io, perché è stato finalmente riaperto il Viale I maggio e a me non tocca fare il giro fino a Piazza Vittorio per arrivare a lavoro. Ovviamente sto parlando della parte che ha riguardato i Giardini Reali e non di tutto il pacchetto. Quella che è appena finita è stata una kermesse lontana anni luce dalla buona vecchia Festa dell’Unità. Principalmente perché abbiamo assistito a giornate di festa mondane e ospitate illustri che a me hanno ricordato parecchio tutt’altro genere di manifestazioni. Mi viene in mente un esempio su tutti: la festa del cinema di Roma. Grandi nomi e grande sperpero di denaro per un fine, la mitizzazione del cinema blockbuster e dello star system, che niente ha a che fare con la parola “arte”. E la Festa del Pd mi ha riportato al medesimo modo di intendere le manifestazioni in generale. Uno sfoggio di nomi, di avanspettacolo… e di stand culinari ad alto prezzo. Ricordo le Feste dell’Unità al Parco Ruffini dove c’erano gruppi emergenti a fare musica, e costolette a poco prezzo. Ma soprattutto, al Ruffini, non c’era mai nessuno. Calca e Festa dell’Unità erano un ossimoro. Si potevano ascoltare valide band, girare per le bancarelle e cenare con poche lire.

Eppure il brutto è anche altro. È l’esercito dei volontari. Perché dei volontari alla Festa del Pd? Non sarebbe stato meglio risparmiare sul cachet di Paolo Rossi, o dell’accoppiata Dalla-De Gregori, e pagare dei comunissimi lavoratori per smontare e rimontare gli stand? Giusto ieri ho visto un’affissione dello stesso schieramento politico che recitava qualcosa tipo “Non ne possiamo più della disoccupazione”. Ci sarà sotto la storia che sono persone che lo fanno per amore del partito, però credo sarebbe stata un’ottima cosa invece dare tre settimane di stipendio ad un povero cristiano (o anche musulmano perché no…), togliendo qualche euro ad uno sfarzo che niente ha a che fare con un certo tipo di mentalità. Oh, poi magari succede che mi vengono a correggere. Poi magari succede che mi dicono che Dalla, De Gregori e Paolo Rossi hanno presenziato a titolo gratuito. O che i volontari in realtà erano stipendiati in nero. E allora sì, sarò pronto a rimangiarmi ogni cosa e a fare una settimana da stagista alla prossima Festa carico di spirito bolscevico made in Ruffini.

giovedì 23 settembre 2010

Rettifica

Devo fare una piccola precisazione riguardo al mio post “Premio letterario via Po”. Sono stato redarguito da uno dei tre autori citati e devo correggermi. Ho scambiato qualche mail con Alessandro Defilippi ed ho scoperto che, oltre a non essere parente di Maria, è una brava persona nonchè uno scrittore che, come me, si batte e suda per far arrivare i propri romanzi alla gente. Dunque non è un uomo nato con la camicia come poteva intendersi dalle mie righe. Il mio animo sovversivo quindi per questa volta si prostra e si rimangia il seme del dubbio.

sabato 18 settembre 2010

Cinquant'anni di Maradona

Diego Armando Maradona deve circa 35 milioni euro al fisco. L'ultima volta che è passato dalle nostre parti la finanza gli ha confiscato il famoso orecchino. Adesso el Pibe de Oro vuole fare una mega festa a Napoli davanti al popolo partenopeo che mai lo ha dimenticato. Il fatto è che se Diego verrà in Italia, non appena l'aereo sarà atterrato, ad aspettarlo ci saranno le fiamme gialle a sfiammargli il... I napoletani lo chiamano a gran voce, sostenendo sempre e comunque la sua onestà. Mi piacerebbe fare una proposta. Un bell'armistizio. Facciamo venire Maradona in Italia. Portiamolo a Napoli. E che tutti si divertano (d'altronde queste sono le cose belle del calcio). Però Dieguito, in cambio di una cosa: un bel discorso allo Stadio San Paolo a sostegno di Roberto Saviano, contro tutte le camorre e tutte le mafie. Sai che faccia i napoletani... Un discorso simile che esce dalla bocca del Re dei Re. Dubito sia una cosa ipotizzabile per almeno un miliardo di motivi, ma il solo pensiero è quantomeno benefico.

mercoledì 8 settembre 2010

Premio letterario Via Po

Non per fare la parte dello scrittore che si lamenta di continuo contro il sistema, però cazzo, questa fa girare le palle come un mulino a vento. Qualche mese addietro il mio editore mi comunica di avere iscritto il mio romanzo al concorso via Po, ...copio e incollo: "organizzato dall'Associazione Culturale Torino in collaborazione conl'Associazione Amici dell'Università di Torino e realizzzato grazie al prezioso contributo degli Eredi Peradotto". In pratica un concorso non male, vinto in passato da nomi che poi sarebbero diventati illustri, e con 5 gambe di primo premio che non guastano. Bene, per farla breve, escono fuori pochi giorni fa i nomi dei tre finalisti: Alessandro Defilippi (psicoanalista già sceneggiatore di Faenza; non è parente di Maria, almeno voglio sperare...), Massimo Gramellini (vicedirettore de La Stampa), ed infine Alain Elkann (che non ha bisogno di presentazioni). La Repubblica delle Banane non smette mai di stupirmi. Il mio libro e quello di altre decine di poveri stronzi, non è riuscito ad arrivare sul podio. Ma sarà una bella gara. Si scanneranno fino all'ultimo i tre letterati. E ne resterà solo uno. Chi dei tre porterà a casa l'assegno da cinquemila euro?