



I'm ready to kick some ass
Sono un ragazzo tedesco di trent'anni. Cinque anni fa per amore mi sono trasferito a Milano, nel nord Italia. Ho abbandonato Berlino e sono venuto qui. L’Italia è un paese strano, però è affascinante. Ho girato il vostro paese. Sono andato a Roma, a Venezia e a Firenze. Avete dei bellissimi monumenti. Però siete proprio voi come popolazione che non mi piacete tanto.
Gli italiani vogliono sempre dare un nome a tutto. Anche a noi tedeschi. Ci chiamano crucchi, oppure mangia patate, o kartoffel, e quando sono incazzati, ci chiamano nazistidimmerda.
Ma io non m’incazzo, d’altronde pure noi in Germania chiamiamo voi spaghetti, mangia spaghetti, maccaroni …e mafia.
Il fatto è che non vi fate ben volere, lasciatevelo dire. Innanzitutto scusate ma siete ignoranti perché abbiamo anche un bel po’di comunismo alle spalle e voi manco ve lo ricordate. E poi pensate di essere chissà chi col vostro modo di fare, col vostro modo di non rispettare le regole, di aggirarle. Avete inventato pure un modo di dire a proposito: “Fatta una regola, si trova il modo di aggirarla”. Aaah, Italiener…
Avete un Presidente del Consiglio che fa le corna, dice le barzellette e chiama abbronzati gli afro-americani. Non potevate avere di meglio per rappresentarvi.
Sono rimasto single da un mese e sono stufo. Domani volerò via. Tra diciotto ore sarò sulla mia bicicletta in Potsdamer Platz. E penserò a voi, e al vostro maledetto calcio, ascoltandomi questa canzone.