Una settimana fa si è conclusa la Festa del Pd a Torino. E per fortuna aggiungo io, perché è stato finalmente riaperto il Viale I maggio e a me non tocca fare il giro fino a Piazza Vittorio per arrivare a lavoro. Ovviamente sto parlando della parte che ha riguardato i Giardini Reali e non di tutto il pacchetto. Quella che è appena finita è stata una kermesse lontana anni luce dalla buona vecchia Festa dell’Unità. Principalmente perché abbiamo assistito a giornate di festa mondane e ospitate illustri che a me hanno ricordato parecchio tutt’altro genere di manifestazioni. Mi viene in mente un esempio su tutti: la festa del cinema di Roma. Grandi nomi e grande sperpero di denaro per un fine, la mitizzazione del cinema blockbuster e dello star system, che niente ha a che fare con la parola “arte”. E la Festa del Pd mi ha riportato al medesimo modo di intendere le manifestazioni in generale. Uno sfoggio di nomi, di avanspettacolo… e di stand culinari ad alto prezzo. Ricordo le Feste dell’Unità al Parco Ruffini dove c’erano gruppi emergenti a fare musica, e costolette a poco prezzo. Ma soprattutto, al Ruffini, non c’era mai nessuno. Calca e Festa dell’Unità erano un ossimoro. Si potevano ascoltare valide band, girare per le bancarelle e cenare con poche lire.
Eppure il brutto è anche altro. È l’esercito dei volontari. Perché dei volontari alla Festa del Pd? Non sarebbe stato meglio risparmiare sul cachet di Paolo Rossi, o dell’accoppiata Dalla-De Gregori, e pagare dei comunissimi lavoratori per smontare e rimontare gli stand? Giusto ieri ho visto un’affissione dello stesso schieramento politico che recitava qualcosa tipo “Non ne possiamo più della disoccupazione”. Ci sarà sotto la storia che sono persone che lo fanno per amore del partito, però credo sarebbe stata un’ottima cosa invece dare tre settimane di stipendio ad un povero cristiano (o anche musulmano perché no…), togliendo qualche euro ad uno sfarzo che niente ha a che fare con un certo tipo di mentalità. Oh, poi magari succede che mi vengono a correggere. Poi magari succede che mi dicono che Dalla, De Gregori e Paolo Rossi hanno presenziato a titolo gratuito. O che i volontari in realtà erano stipendiati in nero. E allora sì, sarò pronto a rimangiarmi ogni cosa e a fare una settimana da stagista alla prossima Festa carico di spirito bolscevico made in Ruffini.
0 commenti:
Posta un commento