Ultimi in classifica. Era una vita che non accadeva. Dall’annata della B. Campionato 2001-2002 con Vittorio alla presidenza e in panchina l’allenatore senza patentino Roberto Mancini. Quest’anno alla guida tecnica c’è il suo amichetto Sinisa Mihajlovic. Dicono largo ai giovani. Ma nel calcio no. Il calcio è roba per vecchi. Sono i vecchi maestri quelli che sanno guidare una squadra per bene. Sono i saggi cinquanta/sessantenni coloro che sanno cosa significano le parole moduli, schemi, adattabilità. In Italia non sono certo allenatori come Sinisa, o Leonardo, o Ciro Ferrara che ti portano in Champion’s League. Il nostro tecnico avrebbe dovuto fare la sua bella trafila invece di avere la presunzione di allenare una società come la Fiorentina dopo un esonero a Bologna e mezza stagione discreta a Catania.
Anche perché dopo tanti anni di carriera, oltre ad assimilare i suddetti concetti di moduli, schemi, adattabilità, un ct impara anche a fare una preparazione atletica degna di questo nome. Di modo da non avere tre quarti di squadra infortunata già a metà ottobre. E poi con l’esperienza, una persona impara a relazionarsi, senza stare a fare la tigre di Arkan con quattro sbarbatelli dalla flemma innata. Perchè tanto non serve a niente. Pretendere grinta da gente come Montolivo o Felipe è come pretendere che Paris Hilton giochi una partita nelle fila degli All Blacks.
Ma non voglio colpevolizzarlo eccessivamente. Perché in fondo il problema sta a monte. Già, perché è stata la società a scegliere Mihajlovic. Per risparmiare sull’ingaggio dell’allenatore ci si è liberati di Prandelli che guadagnava troppo e si è preso un giovane dalle ristrette pretese economiche. È ben chiaro ormai che i fratelli Della Valle si stiano disinteressando e distaccando dalla squadra, da quando hanno capito che non esiste alcuna possibilità di realizzare la Cittadella.
Però una grande fetta di responsabilità è anche di Corvino. La società non investe come i primi anni, è vero. Ma qualche euro l’ha comunque stanziato. E se il ds ha scelto di investirli con acquisti del calibro di Felipe, Bolatti, Cerci, Boruc allora significa che è meglio per lui cambiare mestiere. Perché se a me danno dieci euro per fare la spesa, certo non riempio il frigo, ma almeno qualcosa di buono lo compro comunque, non vado a spenderli tutti per uova scadute o banane annerite.
Quindi che fare? Bisogna che la società faccia la società, che il presidente diventi presidente, che l’allenatore impari ad allenare e il ds a comprare. Tanto varrebbe cambiare tutto che forse si fa prima e si torna a vincere. Perlomeno al Franchi. Perché tanto noi non si vince mai ‘na sega a priori allora meglio i vecchi tempi quando almeno non si facevano certe figuracce e venire a Firenze era una rogna per tutti e almeno a casa nostra ci si divertiva una domenica sì e una no.
lunedì 18 ottobre 2010
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3 commenti:
Sono pienamente d'accordo con te; ho l'mpressiione che l'apice della storia dei DV a Firenze sia stato raggiunto a Liverpool, dove è successivamente iniziata una fase calante che non pare controllabile, tant'è che chi presiedeva ha smesso di presiedere, chi dirigeva ha smesso di dirigere, chi allenava ha smesso di allenare, chi giocava ha smesso di giocare...
Molto interessante, di più non aggiungo, mi fido di quel che hai scritto.
comunque mi ripeto, il peggio per me sono corvino che non è capace, e la società. sinisa l'unica colpa che ha è non sapere allenare!!! però ci si è ritrovato, chi avrebbe detto di no? sti DV stanno cominciando a rompere le palle...
grazie tiziana!
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